Orari Monumenti di Piazza dei Miracoli
Torre Pendente 10.00 – 17.00
dal 22 dicembre al 6 gennaio 9.00 – 19.00
Cattedrale 10.00 – 12.45 e 14.00 – 17.00
dal 22 dicembre al 6 gennaio 10.00 – 18.00
Camposanto 10.00 – 17.00
Battistero
Museo Opera
Museo Sinopie
dal 22 dicembre al 6 gennaio 9.00 – 18.00
Biglietterie 9.30 – 16.30
dal 22 dicembre al 6 gennaio 8.30 – 18.30
Servizi igienici 9.30 – 17.15
dal 22 dicembre al 6 gennaio 9.00 – 17.45
NOVEMBRE E FEBBRAIO
Torre Pendente 9.40 – 17.40
1° novembre 9.00 – 18.00
Cattedrale 10.00 – 12.45 e 14.00 – 17.00
1° novembre 13.00 – 16.30
Camposanto 10.00 – 17.00
Battistero
Museo Opera
Museo Sinopie
1° novembre 9.00 – 18.00
Biglietterie 9.15 – 17.15
1° novembre 8.30 – 17.30
Servizi igienici 9.15 – 17.45
1° novembre 9.00 – 17.45
MARZO
Torre Pendente 9.00 – 18.00 (dal 30 marzo 9.00 – 20.00)
dal 23 al 29 marzo 9.00 – 19.00
Cattedrale 10.00 – 18.00 (dal 30 marzo 10.00 – 20.00)
dal 23 al 29 marzo 9.00 – 19.00
Camposanto 9.00 – 18.00 (dal 30 marzo 8.00 – 20.00)
Battistero
Museo Opera
Museo Sinopie
dal 23 al 29 marzo 9.00 – 19.00
Biglietterie 8.30 – 17.30 (dal 30 marzo 8.00 – 19.30)
dal 23 al 29 marzo 8.30 – 18.30
Servizi igienici 9.00 – 17.45 (dal 30 marzo 9.00 – 19.45)
dal 23 al 29 marzo 9.00 – 18.45
DA APRILE A SETTEMBRE
Torre Pendente 9.00 – 20.00
dal 17 giugno al 31 agosto 8.30 – 22.00
Cattedrale 10.00 – 20.00
Camposanto 8.00 – 20.00
dal 17 giugno al 31 agosto 8.00 – 22.00
Battistero 8.00 – 20.00
Museo Opera
Museo Sinopie
Biglietterie 8.00 – 19.30
dal 17 giugno al 31 agosto 8.00 – 21.30
Servizi igienici 9.00 – 19.45
dal 17 giugno al 31 agosto 9.00 – 21.45
OTTOBRE
Torre Pendente 9.00 – 19.00 (dal 1° al 4 ottobre 9.00 – 20.00)
dal 27 al 1° novembre 9.00 – 18.00
Cattedrale 10.00 – 19.00 (dal 1° al 4 ottobre 10.00 – 20.00)
dal 27 al 1° novembre 10.00 – 18.00
Camposanto 9.00 – 19.00 (dal 1° al 4 ottobre 9.00 – 20.00)
Battistero
Museo Opera
Museo Sinopie
dal 27 al 1° novembre 9.00 – 18.00
Biglietterie 8.30 – 18.30 (dal 1° al 4 ottobre 8.30 – 19.30)
dal 27 al 1° novembre 8.30 – 17.30
L’ingresso ai monumenti e musei è consentito fino a 30 minuti prima dell’orario di chiusura.
Nei giorni festivi la cattedrale apre ai visitatori alle ore 13.00.
Benvenuto nella Piazza del Duomo
BENVENUTO NELLA PIAZZA DEL DUOMO
Il sito UNESCO ‘Piazza del Duomo di Pisa’ è un unico percorso espositivo che si spiega sul verde del prato, nel luogo da sempre destinato al culto. Tutti gli edifici monumentali sono intimamente connessi fra di loro e ci narrano di una cultura millenaria di cui siamo eredi, descrivono un solo disegno, simbolo dell’allegoria cristiana, del dialogo fra cielo e terra, delineano uno stile, quello che nella Pisa marinara si è formato grazie all’incontro di popoli, idee e linguaggi diversi. Il nostro compito quotidiano è quello di garantire alla generazioni future la trasmissione delle bellezze raccolte nella Piazza del Duomo: per questo i proventi ricavati dalla vendita dei biglietti sono interamente devoluti alla conservazione e la salvaguardia di questo eccezionale patrimonio storico artistico. Grazie anche al tuo contributo
La Piazza dei Miracoli
LA PIAZZA DEI MIRACOLI
Con straordinaria efficacia l’espressione Piazza dei Miracoli, coniata da Gabriele D’Annunzio (1863-1938), sintetizza lo stupore e l’ammirazione che da secoli coglie chi, attraversando il varco della cinta muraria o sboccando obliquamente da via S. Maria, abbraccia in un sol colpo d’occhio il candore dei monumenti sopra il verde smagliante del tappeto erboso.
Colpisce anche il singolare isolamento del complesso: il grande spazio ove s’innalzano gli edifici sacri si trova infatti ai margini dell’abitato urbano, nell’angolo nordoccidentale, in posizione quasi superba ed appartata rispetto agli affanni quotidiani della città. Ma un’attenta lettura storica e il contributo di scoperte archeologiche recenti restituiscono alla Cattedrale tutta la sua centralità, fondata sull’originaria scelta del sito e conservata attraverso i secoli come cuore della vita religiosa e civile di Pisa.
Per percepirla, è necessario porsi nella dimensione marittima che fin dall’epoca etrusca fece grande la città, situata in una felice posizione geografica che la poneva al centro di una rete di percorsi marittimi, fluviali e terrestri, con un retroterra capace di offrire un’ampia gamma di prodotti non solo agricoli ma anche legname e materiale lapideo per costruzioni, favorendo in tal modo l’impianto di significative strutture manifatturiere.
Un fiume oggi scomparso – l’Auser – lambiva allora l’area della Piazza, scorrendo lungo il margine settentrionale e piegando poi verso Sud per andare a gettarsi in Arno; e nell’Auser, a poche centinaia di metri da qui, nei pressi dell’odierna stazione di Pisa-San Rossore, era impiantato un porto fluviale che funzionò per un millennio, dall’età etrusca a quella tardoromana, tornato alla luce dopo un lunghissimo oblio sul finire del XX secolo. È proprio riscoprendo questo assetto più antico che l’ubicazione della Cattedrale perde la sua apparente marginalità, per assumere un significato nuovo e più pieno: alla luce delle modalità della cristianizzazione di Pisa, che studi recenti indicano proveniente dal mare, il sito acquista infatti un’inedita centralità, oggi non più percepibile, se correlato con il vicino impianto portuale fluviale rimasto attivo fino al V secolo d.C.
Fu questo dunque il luogo scelto come sede della Chiesa pisana fin dalle sue origini, concordemente ritenute anteriori alla pace costantiniana del 313. Ma i più antichi edifici sacri furono nel corso del tempo smantellati e i monumenti che ammiriamo oggi risalgono ai secoli centrali del Medioevo, quando al massimo dello splendore, grazie alle vittoriose imprese sul mare Pisa affermava la propria supremazia in campo regionale e internazionale, arrivando a rivendicare per sé il ruolo di ‘nuova Roma’. Da tale smisurato orgoglio e consapevolezza nacque il progetto di ricostruire, in prossimità di una precedente Cattedrale riscoperta nel corso di recenti scavi archeologici, la nuova S. Maria fondata nel 1064, anno della vittoriosa impresa antisaracena di Palermo, il cui bottino fu in parte investito proprio nella sua costruzione. Il «tempio di marmo bianco come la neve» così lo definì l’autore dell’iscrizione funebre per il suo architetto, Buschetto rappresentava l’intera comunità civile e religiosa; e doveva rispecchiarne, agli occhi del mondo, fama e potenza: in facciata furono apposte epigrafi che celebravano le principali imprese marinare; sui fianchi s’inserirono pezzi di reimpiego provenienti da monumenti di età romana per sottolineare la grandezza di Pisa come ‘altra Roma’; il paramento venne ornato riccamente di elementi decorativi, tra cui spiccano le losanghe policrome di derivazione araba; sul culmine del tetto, infine, fu collocato il magnifico grifone bronzeo di fabbricazione islamica ora nel Museo dell’Opera (al suo posto è una copia), forse proveniente dalla Spagna e con ogni probabilità giunto a Pisa col bottino di qualche spedizione militare.
Di fronte alla Cattedrale, in asse con la sua facciata, fu costruito il Battistero, fondato nel 1152 su progetto di Diotisalvi: un edificio che secondo gli ultimi studi risulta fortemente impregnato di ricordi del Santo Sepolcro di Gerusalemme, riproponendo così il tema degli influssi e delle relazioni tra l’architettura pisana e l’Oriente. Alla costruzione dell’edificio, destinato ad ospitare il fonte presso il quale i Pisani entravano a far parte del popolo cristiano, partecipò coralmente l’intera città: il cronista coevo Bernardo Maragone narra che una delle otto colonne provenienti dall’Elba e dalla Sardegna, messe in opera all’interno nel 1163, fu innalzata dagli abitanti della zona di Porta Aurea.
La pianta circolare del Battistero fu ripresa nel 1173 dall’anonimo progettista del Campanile (Bonanno Pisano? o ancora magister Diotisalvi?). Opera inusuale nella sua rotondità che richiama le curve delle vicine absidi della Cattedrale, accomunato agli altri edifici della Piazza dal ricorrere di colonne e archetti, poco dopo la fondazione il più celebre monumento cittadino fu colpito dal ‘male oscuro’ che l’ha reso famoso in tutto il mondo, manifestando i gravi problemi statici risolti dopo oltre ottocento anni di trepidazione dai lavori di consolidamento condotti nell’ultimo decennio del secolo appena terminato.
Con la torre campanaria il complesso della Cattedrale risultava completo; ma nel Duecento, mentre i lavori proseguivano e gli edifici si arricchivano di magnifiche opere d’arte, due nuovi fabbricati andarono a definire lo spazio della Piazza come lo si vede oggi, entrambi nati per iniziativa del grande arcivescovo di Pisa Federico Visconti. A Sud venne eretto lo Spedale Nuovo, imposto alla città nel 1257 da papa Alessandro IV come segno dell’avvenuta riconciliazione con la Sede apostolica dopo una crisi durata più di un quindicennio, ove ricevevano assistenza pellegrini, poveri e malati: è il grande edificio che attualmente ospita il Museo delle Sinopie, nel quale ci troviamo.
Di fronte ad esso si avviò, nel 1277, la costruzione di un nuovo cimitero ove concentrare le tombe fino ad allora sparse intorno al Duomo. È il progetto sfociato nella realizzazione del Camposanto, straordinario chiostro quadrangolare che, con la sua facciata marmorea, conclude a Nord la Piazza dei Miracoli, concepito per la sepoltura dei morti come pure per l’ammaestramento dei vivi, invitati a riflettere sulla vita terrena ed eterna dal grandioso ciclo di affreschi del quale si conservano in questo Museo i disegni preparatori, le ‘sinopie
UN PERCORSO DI FEDE
… e venne il tempo in cui i pisani vollero scrivere col marmo la fede ricevuta dai padri, per consegnarla ai figli.
Nacque così la “piazza dei miracoli”.
Il Battistero dove l’acqua, feconda di Spirito Santo, diventa madre di vita nuova: fa’ i figli di Dio.
La Cattedrale dove la famiglia si riunisce in compagnia cibandosi della Parola e dell’Eucaristia.
Il Campanile che si slancia verso il cielo con la magia dei suoi equilibri impossibili e fa scendere la Voce che chiama.
Il Camposanto perché l’attesa sia liberata dal pianto e diventi nostalgia carica di speranza.
Quattro “miracoli” su un tappeto verde: per camminare stupiti nel quotidiano verso il miracolo d’amore che il Padre prepara per i figli.
Quattro miracoli di pietra che cantano la Bellezza infinita e invitano a lodare.